Il Goth è morto?

Se il genere punk è stato nel corso degli anni fortemente minacciato dalle considerazioni di individui assai poco assennati, il goth è stato decisamente massacrato. D’altra parte, anche il più ignorante sarebbe in grado di citare gruppi come i Sex Pistols e i Ramones nel caso si imbattesse in una discussione sul punk.
Ma per quanto riguarda il gothic rock?
C’è chi annovera fra i capisaldi del genere gli Evanescence, chi Marilyn Manson, chi i Nightwish. Si è addirittura sentito parlare dei Tokio Hotel come band “dark”.
Dal momento che la produzione musicale dei gruppi citati non ha niente a che vedere col suddetto genere, per quale motivo vengono tirati in ballo ogni qual volta si parla di quest’ultimo?
E’, purtroppo, tutta una questione di look: basta una capigliatura nera e un po’ di trucco pesante per poter entrare di diritto nell’universo musicale goth.
Il genere musicale diventa perciò tristemente suddito dell’estetica.
La genesi del movimento goth è in realtà molto più complessa ed articolata, e comprenderne almeno i rudimenti potrebbe evitare molte figure da poco.
Senza dubbio, la patria della musica goth è l’Inghilterra che aveva già fatto da sfondo alla rivoluzione punk.
Il goth difatti trae linfa vitale proprio dall’aggressività dirompente del punk “combinandola” con una certa estrosità tipica del glam rock inglese (lo stesso David Bowie in tempi non sospetti definì lo stile del suo album “Diamond Dogs” ‘gotico’).
Furono proprio quattro musicisti estimatori di Bowie e del glam rock a fondare una delle band più significative per la genesi e lo sviluppo successivo della scena goth: i Bauhaus, capitanati dalla carismatica figura di Peter Murphy, risentono in maniera lampante della tradizione glam inglese rivisitandola in una versione dal sound estremamente più cupo e claustrofobico.
Il loro singolo “Bela Lugosi’s Dead” del 1979 appare quasi un manifesto programmatico: atmosfere tetre, il cantato ossessivo di Murphy e la fascinazione per l’immaginario vampiresco ispireranno in seguito un gran numero di musicisti appartenente alla scena goth.
Nel biennio 78’-79’ si assistette all’esordio di altre tre band destinate a diventare leggendarie per gli amanti del genere: i Siouxsie And The Banshees, i Cure e i Joy Division.
Siuoxsie Sioux, leader dei Siouxsie and The Banshees, era un ex membro dell’entourage dei Sex Pistols e con essi condivideva una passione per un look scioccante e provocatorio (basti pensare ai simboli politici sfrontatamente esibiti) nonché una certa spregiudicatezza nello stare sul palco.
I Cure sono ben diversi dalle due band di cui si è precedentemente parlato: i testi diventano più intimisti, di un romanticismo malinconico e naïf. I ritmi indiavolati di derivazione punk e la stravaganza del glam lasciano il posto ad una delicata dimensione musicale completamente nuova di cui Robert Smith e la sua band si fanno i portavoce.
Con i Joy Division si chiude il cerchio formato dalle band che, a parere di chi scrive, hanno il merito di essere tutt’oggi le più rappresentative della scena in questione. L’esistenza umana, sviscerata in tutti i suoi aspetti più tragici e dolorosi, è il tema portante della musica dei Joy Division che nel 1979 pubblicano il loro primo album, “Unknown Pleasures”. Lo stesso frontman della band, Ian Curtis, morirà suicida a soli 23 anni, alimentando così il suo mito di eroe tragico in fuga da un mondo troppo cinico ed alienante per lui.
Forti dell’esperienza di queste quattro band, gruppi come i Sister Of Mercy e i Play Death saranno protagonisti di una nuova ondata nei primi anni ’80, periodo in cui il goth in quanto sottocultura comincia ad essere apprezzato da un maggior numero di persone e consacrato dall’apertura a Londra nel 1982 dello storico Batcave, locale “tempio” del movimento goth.
La confusione che purtroppo regna sovrana in merito al goth , è dovuta all’altissimo numero di sotto-generi che col tempo si sono formati traendo ispirazione dall’esperienza musicale delle prime band inglesi.
Ricordiamo ad esempio il Death Rock, di matrice americana, che combina elementi del goth delle origini (basso potente, cantato “lamentoso” e aggressivo alla Bauhaus, forte ed eccentrica presenza scenica) con tematiche particolarmente originali ispirate al filone dei B-movie horror, al paranormale e a temi religiosi (trattati con una certa blasfemia, in particolar modo dai Christian Death di Rozz Williams).
In questo caso tuttavia, si parla di un genere strettamente collegato al goth inglese.
Lo stesso non si può dire della scena industrial fiorita nell’America degli anni ’90, con Nine Inch Nails e Marilyn Manson and The Spooky Kids come protagonisti, e nemmeno del gothic metal, con esponenti quali Tristania e Within Temptation, nato nello stesso periodo nell’Europa Settentrionale caratterizzato da imponenti voci femminili e testi di un romanticismo quasi lacrimoso. Tipi di musica che, a conti fatti, hanno ben poco a che vedere col gothic rock.
Lo stesso Manson, ad esempio, ha sempre detto di essersi ispirato a band come i KISS e i Black Sabbath piuttosto che ai Cure e ai Bauhaus.
Tuttavia molti sedicenti appassionati di musica goth, annoverano fra i loro artisti preferiti esclusivamente band come i Nightwish o gli Evanescence. Certo, atmosfere accattivanti e lunghi abiti neri, ma la musica?
Facendo un’analisi assolutamente priva di giudizi di valore sulla qualità della produzione di determinati artisti si può giungere a due conclusioni: si può pensare che la musica goth sia stata snaturata e che la tradizione dimenticata come pensano i puristi del genere con amarezza o che si sia semplicemente evoluta, dando spazio a nuove scelte stilistiche e tematiche.
Di qualsiasi idea si possa essere, l’ascolto di album come “Pornography” dei Cure o “The Scream” dei Siouxsie and The Banshees è fortemente consigliato poiché al di là di ogni etichetta di genere, rimangono pietre miliari della storia della musica.

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