La fantasia regna ancora sovrana grazie a Ni no Kuni – Recensione Videogame

Cover italiana del gioco.
Ni no kuni è il paradigma di come, a mio avviso, un gioco dovrebbe essere.
Non si tratta semplicemente di vantarsi del motore grafico, del gameplay divertente e coinvolgente, della trama complessa e intrigante, sebbene questo titolo li abbia già: si tratta di riuscire a racchiudere tutto ciò in un’unica esperienza e guarnirla con un pizzico di meravigliosa magia, quasi un’anima a sé stante.
Il capolavoro dei ragazzi di Level-5 in collaborazione con l’arcinoto e pluripremiato studio Ghibli innalza notevolmente lo standard dei giochi di ruolo giapponesi, rendendo quasi patetiche e superate (ahimè) le ultime uscite di casa Square Enix, che un tempo regnava sovrana nel settore.
Le meccaniche di Ni no kuni non risultano immediate già agli albori ma richiedono un breve lasso di tempo in cui il giocatore familiarizzerà con tattiche, oggetti e incantesimi che, più avanti, si riveleranno fondamentali per il buon esito della campagna.
Per certi versi, Ni no kuni ricorda la tanto amata serie di Pokémon e, perché no, Golden Sun: possibilità di allenare e allevare i famigli (mostri magici che ci aiuteranno a sconfiggere i boss), farli affezionare ed evolvere, nonché di collezionarne fino a 400 e trovarne addirittura di shiny; l’attentissima cura alle statistiche e il sistema di debolezze/resistenze unito ad una schematica progressione di tecniche fisiche e speciali, talvolta sotto forma di cristalli (macchine tecniche) con cui insegnare determinate mosse a un singolo famiglio; il senso di soddisfazione che va ad aumentare man mano che si grinda nelle vastissime ambientazioni del mondo alternativo.
Gli elementi narrativi si scostano, e di gran lunga, dalle produzioni Gamefreak per sposare le fantastiche fiabe animate di Hayao Miyazaki il quale, come sempre, riesce a intrecciare uno stile colorato, soave e mai aggressivo con situazioni e contesti molto profondi e, talvolta, difficili da comprendere per le menti semplici.
Uno spadino, il primo famiglio sbloccabile.
La storia inizia, inaspettatamente, con una nota tragica: il giovane protagonista, Oliver, decide di provare su strada il prototipo appena costruito dal suo migliore amico perdendo il controllo della vettura e cadendo in acqua. La madre interviene per salvarlo ma, dopo alcune complicazioni cardiache, muore. La disperazione del bimbo ormai orfano, però, viene interrotta dall’improvviso incontro con Shizuku, una fata che prende le sembianze del suo pupazzo preferito e lo conduce nel suo mondo promettendogli che riuscirà a riportare in vita la madre se lo aiuterà con i problemi sorti nell’altro regno. Lì, un malvagio stregone sta prosciugando i cuori delle persone rendendole degli apatici involucri senza voglia di vivere ed è proprio Oliver il prescelto, in quanto puro di cuore, che dovrà sconfiggerlo e riportare i sentimenti al loro luogo d’appartenenza.
Tutto ciò ci porterà ad esplorare un enorme continente che offre una sfilza di possibilità, segreti, varietà regionali e paesaggi mozzafiato. Le città e i dungeon, infatti, pur non brillando per complessità, riescono a colpire il giocatore attraverso un design pittoresco, unico e stimolante che lo lascerà a bocca aperta e fiato sospeso durante le esplorazioni, rendendolo effettivamente il protagonista di un film d’animazione dello Studio Ghibli.
Suvvia, chi non ha mai sognato di trovarsi di fronte a re felini, draghi parlanti, navi volanti e fate con uno spiccato senso dell’umorismo?
Sezioni a piedi, in barca e in volo soddisferanno occhi, orecchie e voglia d’avventura di qualsiasi amante del genere e riporteranno piacevoli ricordi alla mente dei più nostalgici.

Splendida panoramica del mondo di Ni no Kuni.

La caratterizzazione dei personaggi è un punto chiave per la buona riuscita della campagna in un titolo single player e i Level-5 hanno compiuto un eccellente lavoro in questo senso. Ogni frase, azione e interazione degli eroi secondari -ma anche terziari- fa leva sul coinvolgimento emotivo del player a cui il gioco, di tanto in tanto, chiederà di schierarsi dall’uno o dall’altro lato.
Ottime le animazioni e le scene di parlato, sorprendenti ma brevi i filmati che siglano i momenti salienti della storyline.
In Ni no kuni (un po’ come in One Piece) non esistono buoni o cattivi per eccellenza: ognuno ha le proprie ragioni per agire in un certo modo ed esse sono spesso molto complicate.
Le ministorie tratte dalla cultura giapponese e contenute all’interno del manuale della magia di Oliver mi hanno davvero sorpreso ed incantato, in quanto dimostrano una chiara volontà di trasmettere vera sostanza e non chiacchere da quattro soldi, dunque ne consiglio vivamente la lettura.
Un altro consiglio che mi sento di dare è quello di spulciare lo spulciabile e tuffarsi a capofitto nel completamento al 100% in post-game perché garantisco, senza spoilerare, che ne vale la pena.
Ammetto, pudicamente, di esser stato vittima di numerosi attacchi di commozione irrefrenabile dinnanzi la mostruosa magnificenza dell’epilogo.
Dopo aver versato le dovute lacrime verso il finale del gioco, però, mi è apparso a grandi caratteri il vero significato della storia raccontata.
Seppur nella sua spietata insensatezza, una tragedia può mutare in un nuovo inizio. Piangersi addosso rende i malanni ancor più insopportabili e chiude ogni possibile via di uscita da una palude di tristezza che ribollirebbe altresì di rimorsi e ambizioni infrante. Il compito di rialzarsi sta in primis a noi stessi, fautori del nostro destino, ma non dovremmo mai sbarrare la strada ad ogni amichevole aiuto esterno prodotto, magari, da un ragionamento lucido e oggettivo che si prefigge di superare un determinato ostacolo nel migliore dei modi. Allo stesso tempo, donare noi stessi a chi cade nelle oscure brame della solitudine e della depressione può rinvigorire il nostro spirito a tal punto da renderci automaticamente liberi dai vecchi gioghi e pronti a ripartire verso il più roseo dei futuri.