Thailandia: una grande protesta di strada minaccia il governo

Almeno centomila persone ieri hanno invaso le strade di Bangkok per chiedere le dimissioni del governo di Yingluck Shinawatra. Tra questi manifestanti, mille persone hanno cercato di assaltare il Ministero delle Finanze come opera di protesta. Poco più tardi anche il Dipartimento degli Esteri è stato occupato e secondo i leader della manifestazione lo scopo è stabilirsi in ogni ministero per  scacciare materialmente i rappresentanti del governo. L’operazione sembra avere successo se si pensa che nella mattinata odierna centinaia di persone hanno invaso il Ministero degli Interni e quello del Turismo.
Thaksin Shinawatra, leader delle camice rosse
Dietro il dissenso dei manifestanti c’è il principale movimento di opposizione, il Partito democratico conservatore, che sotto la leadership di Abhisit Vejjajiva vuole abbattere l’esecutivo di Yingluck Shinawatra. Quest’ultima è la sorella di Thaksin, il ricchissimo magnate delle telecomunicazioni scalzato dal potere nel 2011 dai suoi avversari e mandato in esilio con l’accusa di abuso di potere e corruzione nei suoi affari finanziari poco leciti. Tuttavia, una delle ulteriori ragioni dello scontro è la distanza abissale che separa i due principali partiti thailandesi. Essi rappresentano classi diverse e rispecchiano lefratture presenti tra la popolazione rurale del Nord-est, le cosiddette “camice rosse” che avevano riportato Thaksin al potere nel 2010, e le èlite di Bangkok, le “camice gialle” del Partito democratico conservatore. 
In queste ultime ore il Primo ministro ha annunciato che nei prossimi giorni sarà rinforzato il campo di azione della polizia. La Shinawatra ha fatto un appello alla popolazione perché essa “non si confonda con le proteste degli oppositori che illegalmente bloccano l’operato del governosequestrando i funzionari dai ministeri.” L’esasperazione della popolazione è comprensibile, oltre che per le suddette divisioni partitiche, anche per la condotta dell’esecutivo in campo economico che ha portato ad una forte penalizzazione del bath, la moneta nazionale, nei confronti del dollaro americano.
Dobbiamo aspettarci un colpo di stato come quello del 2010? La monarchia sembra assente in questo gioco di ruolo partitico che si sta trasformando in una vera e propria guerriglia per le strade. Il Partito democratico è stato chiaro nelle parole di un suo dirigente: “ La disobbedienza civile finisce qui, continueremo ad occupare i ministeri finché i Thaksin non lasceranno il paese definitivamente.”
Emanuele Pinna