Crocetta avverte: la mafia tra i No MUOS

Il MUOS, Mobile User Objective System, è il sistema di comunicazione satellitare ad altissima frequenza che permette le trasmissioni telefoniche cellulari in ambito militare. La sua utilità è fondamentale dal punto di vista bellico, e per coprire tutte le comunicazioni mondiali il governo statunitense ha previsto nel 2010 la messa in orbita di quattro satelliti e la costruzione di altrettante stazioni terrestri, una in Australia, una in Virginia, una nelle Hawaii e la quarta, come sappiamo, a Niscemi, nel cuore della Sicilia.

La decisione di costruire le parabole da 18 metri e le torri satellitari alte 140 metri è stata presa nel 2011 dal governo Monti insieme al governo statunitense senza considerare la popolazione del territorio e le autorità locali. Questa scelta ha fatto nascere le proteste dei movimenti ecologisti, degli attivisti No MUOS, ma anche delle persone comuni, legittimamente preoccupate per la loro salute, dato che l’altissima frequenza delle trasmissioni satellitari crea un campo elettromagnetico che potrebbe essere dannoso. Il neopresidente siciliano, Rosario Crocetta, nel marzo scorso aveva revocato l’autorizzazione a costruire la stazione fino al momento in cui gli effetti negativi del MUOS sarebbero stati smentiti. Il 9 luglio il Tar, abilitato a decidere per l’annullamento o meno della revoca presentata dall’amministrazione regionale, aveva dato ragione a Crocetta. A metà luglio, avviene il colpo di scena: l’Istituto Superiore di Sanità rileva che i risultati delle misure sperimentali effettuate sulle antenne del sistema MUOS degli USA a Niscemi indicano che tutti i limiti previsti dalla legislazione italiana in materia di protezione della salute umana dai campi elettromagnetici sono attualmente rispettati in larga misura.
Di fronte a questa decisione, il 25 luglio, la Regione Siciliana revoca lo stop autorizzativo al MUOS. Alla ripresa dei lavori, crescono le proteste degli attivisti che nei giorni scorsi hanno divelto le recinzioni che delimitavano la zona di costruzione. Il presidente Crocetta, sotto attacco e definito “traditore” dai militanti No-MUOS, si giustifica in una recente intervista a Repubblica affermando che: “La Regione ha le mani legate. Andare avanti contro il parere dell’Istituto Superiore della Sanità significherebbe commettere un reato e pagare un risarcimento record alla Marina americana pari a 18 miliardi di dollari, il costo dell’intero sistema MUOS che senza la base di Niscemi non potrebbe funzionare.”
Oltre alle giustificazioni, Rosario Crocetta espone con fermezza le proprie ragioni attaccando gli attivisti. La grave accusa del presidente della Regione Sicilia, che parla di infiltrazioni mafiose nella protesta, ha ammutolito il fronte No MUOS sostenuto anche da molti sindaci della zona ed esponenti politici di Sel, MoVimento Cinque Stelle e Partito Democratico. Poche ore dopo l’intervista, dallo scranno più alto di Palazzo d’Orlèans l’accusa diventa più chiara: “In una realtà come quella di Niscemi è scontato che anche gli ambienti della criminalità organizzata si approprino di una vicenda del genere.”
Tuttavia Crocetta conclude il suo intervento esprimendo la necessità che il governo italiano provveda a stabilire una nuova locazione, lontana dai centri abitati, per il progetto MUOS. Questa soluzione, che sembra essere quella più sensata, potrebbe scongiurare i rischi (non totalmente comprovati) che l’installazione potrebbe provocare una volta messa in azione.
Emanuele Pinna