Il fondamentalista riluttante – Recensione Film

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“Il fondamentalista riluttante” è un film che farà parlare molto. In primo luogo per la nazionalità della regista, Mira Nair, indiana, che si muove in un campo minato, in un contesto territoriale tradizionalmente ostile (il protagonista è pakistano), e in secondo luogo per la metodologia con cui tematiche spinosissime (il fondamentalismo, le relazioni uomo-donna nel mondo islamico e le contraddizioni del capitalismo americano) vengono affrontate.
La pellicola parla di un giovane professore, Changez Khan, laureato a Princeton, che nel bel mezzo di una protesta studentesca a Lahore, viene intervistato da un giornalista americano, al quale racconta del suo passato di analista finanziario a Wall street e del suo grande amore, Erica. Ma a seguito dell’11 settembre la sua vita in America cambia radicalmente, e Changez comincia ad essere visto più come un nemico terrorista che come un professionista della finanza. I sospetti, il razzismo e la diffidenza, sovvertono l’esistenza del protagonista, e lo catapultano in un conflitto ideologico e culturale più grande di lui. È quindi costretto a tornare in Pakistan e ad accettare un modesto posto da docente.

Il film tratta in maniera cruda e critica della contrapposizione ideologica tra il capitalismo americano e il fondamentalismo musulmano, senza schierarsi, senza essere fazioso, ma puntando la lente di ingrandimento sulla vita degli uomini al centro di tale contrapposizione. L’odio, l’ignoranza e il misticismo spezzano e travolgono l’esistenza di ognuno di noi, consumando gli amori, vanificando le aspirazioni e abbrutendo gli animi, in una escalation che porta alla non tolleranza del diverso e al pregiudizio nei confronti dello straniero!
E la lotta viene trasferita anche nel sentimento, nella relazione con la fotografa Erica, che trova il coraggio di amarlo anche dopo l’11 settembre.
Un lavoro profondo quindi quello della regista indiana, che arricchisce la pellicola anche di una eccellente fotografia e di un’ottima sceneggiatura (molto coinvolgente è il ritmo del dialogo tra il protagonista e il giornalista americano).
Buone anche le prove degli attori, da Ahamed a Kate Hudson, ed intrigante la colonna sonora, di cui si possono apprezzare la raffinatezza dei testi e le sonorità orientaleggianti.
“Il fondamentalista riluttante” è un lavoro di qualità, un film profondo e appassionante, che offre allo spettatore interessanti spunti di riflessione sulle tematiche della tolleranza e dell’integrazione.

Francesco Bitto

Film in uscita a Giugno 2013 pt. 2 – Rubrica Tutti al cinema!

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La prima parte dell’articolo a questo link: Film in uscita nel mese di Giugno 2013 pt.1

Holy Motors
(Uscita in sala: 6 Giugno 2013)

Regia: Leos Carax
Nazione: Francia, Germania
Genere: Drammatico

Monsieur Oscar cambia esistenza in continuazione: scortato in limousine dalla misteriosa Celine, egli è uomo d’affari, mendicante, killer, vecchio morente, padre di famiglia in un teatro all’aperto straordinario come Parigi. 
Definito “il film rivelazione di Cannes”, Holy Motors è un interessante esperimento che, nell’epoca della sua fin de sieclé, riporta in vita le varie sfaccettature del cinema di genere. I modelli, indivieduabili nelle varie parti interpretate dal protagonista (Denis Lavant), sono Cocteau, Bertolucci, Kubrik, Browning e tanti altri protagonisti di una cinematografia morta, della quale resta soltanto “la bellezza della recita”. Strepitosa (a sentire le fonti più attendibili) la prova di Eva Mendes, attrice ancora in cerca di una vera e propria consacrazione; da sottolineare inoltre la presenza di Michel Piccoli (Habemus Papam) e di Kylie Minogue, celeberrima attrice e cantante.
Unico dubbio, la reazione dei botteghini di un film che si preannuncia “pesante” per il pubblico di massa.

Il fondamentalista riluttante
(Uscita in sala: 13 Giugno 2013)

Regia: Mira Nair
Nazione: USA, Gran Bretagna, Qatar
Genere: Thriller

Un giovane professore pakistano, un giornalista americano, un confronto tra due mondi. Sullo sfondo, l’11 Settembre e le sue conseguenze. Changez Khan (Riz Ahmed) era un giovane promettente: cooptato da uno studio newyorchese per le sue capacità nel campo della finanza, impegnato con la bella fotografa Erica (Kate Hudson)… poi quei due maledetti aerei sulle Twin Towers, e il protagonista si ritrova ad essere il diverso, l’odiato, l’emarginato.
Riprendendo tematiche già affrontate in passato, Mira Nair muove una critica feroce a un mondo occidentale del quale non condivide l’ipoteca sull’idea di civiltà. Come può la colpa di alcuni fondamentalisti ricadere su tutti? Quanto l’opinione pubblica incide sul nostro modo di intendere i rapporti personali? Interrogativi importanti per un film scomodo ma di certo da non perdere e del quale, andando a sensazione, sentiremo parlare molto nei prossimi mesi. 

Dream Team
(Uscita in sala: 20 Giugno 2013)

Regia: Olivier Dahan
Nazione: Francia
Genere: Commedia

Un ex calciatore caduto in disgrazia si offre di allenare una squadra di pescatori scapestrati, che partecipano a un torneo per vincere e salvare il lavoro. Commedia francese di buon livello, ripercorre il filone di film famosi come L’allenatore del pallone unendovi un tema sociale in pieno stile Goal! che tanto farà presa sul pubblico in tempo di crisi. 
La Francia non è nuova a imprese calcistiche: ricordate il Calais, club di dilettanti che nel 2000 arrivò in finale di Coppa? Solo da un paese che così bene riesce a mescolare l’anima volontaristica e l’elemento manageriale (PSG) del calcio ci si poteva attendere un film molto meno convenzionale di quanto possa sembrare all’apparenza. Anche qui vale quanto detto per Holy Motors: al di là del pubblico da commedia, sempre in cerca di belle storie che infondano ottimismo, quanti supereranno la ritrosia di un film sul calcio, vincendo la “sindrome” da Fuga per la vittoria? La sfida di Olivier Dahan con Dream Team sarà proprio dimostrare che il pallone è (ancora) aggregazione.