Il 19 dicembre uscirà nelle sale italiane il nuovo film d’animazione Frozen – Il regno di ghiaccio, diretto da Chris Buck e Jennifer Lee. Il 53° classico Disney è, come molti altri cartoni animati, ispirato liberamente ad una fiaba: La Regina delle Nevi, scritta nel 1844 da Hans Christian Andersen. La trama del film tuttavia rispecchia solo in parte quella del racconto danese. L’animazione Disney narra infatti la storia della principessa Elsa, primogenita della famiglia reale di Arandelle – un luogo fittizio della Scandinavia – dove vive con la sorella minore, Anna. Elsa ha il potere di creare ghiaccio e neve, una capacità che controlla con difficoltà, tanto da rendere l’intero regno un luogo dominato dal gelo. La principessa decide così di fuggire, ma Anna, decisa a ritrovarla, intraprenderà un viaggio alla ricerca della sorella maggiore – ormai conosciuta come la Regina delle Nevi – con il giovane Kristoff, Sven (la sua renna) e Olaf, un pupazzo di neve parlante. I temi principali sono, come ha dichiarato il regista stesso, l’affetto per famiglia e in particolare l’opposizione tra amore e paura. Il nuovo film d’animazione, pur riprendendo la figura ‘tradizionale’ della principessa, mette in mostra, così come accade sempre più spesso negli ultimi lavori della Disney, l’importanza del coraggio e della forza; non si racconta più quindi di principesse salvate, ma di principesse in grado di salvarsi.
La fiaba di Andersen, seppur ambientata negli stessi luoghi nordici e freddi, sviluppa una trama completamente diversa. Si tratta di una delle storie più popolari e lunghe dello scrittore, suddivisa in sette piccoli racconti-capitoli. La narrazione comincia con la descrizione di uno specchio creato da uno spirito maligno che ha il potere di far vedere alle persone solo le cose più brutte presenti nel mondo; tuttavia, mentre il diavolo cerca di portare lo specchio magico in paradiso per crearvi il caos, l’oggetto cade e si rompe, trafiggendo con le sue schegge il cuore di molte persone. Le parti successive narrano la storia di due bambini, vicini di casa ed amici, chiamati Kai e Gerda. Kai un giorno viene colpito da una delle schegge dello specchio portata da un vento gelido: il suo cuore diviene di ghiaccio e gli atteggiamenti del ragazzo diventano così molto freddi nei confronti di tutti i suoi amici, Gerda in particolare. Subito dopo, Kai viene rapito dalla Regina delle Nevi e portato nel suo palazzo di ghiaccio, dove viene imprigionato e fatto schiavo. Gerda soffre molto per la scomparsa dell’amico e decide di partire alla sua ricerca: la bambina incontrerà lungo il suo viaggio (così come Anna nel film Frozen) numerosi personaggi che la aiuteranno, dopo varie prove, a trovare l’amico. Il finale è, al contrario della maggior parte delle storie scritte da Andersen, un lieto fine: i due amici riescono infatti a ritrovarsi e a sciogliere, grazie alle lacrime di Gerda, il cuore congelato di Kai, liberando il ragazzo dalla scheggia conficcata al suo interno.
I temi affrontati nel film e nel racconto sono per vari aspetti differenti: mentre nella favola originale l’opposizione tra bene e male è delineata in modo chiaro e viene rappresentata dai bambini buoni e dalla regina cattiva, in Frozen questa contrapposizione è quasi inesistente. Elsa non è malvagia, ma semplicemente confusa ed impaurita e, come in ogni classico Disney, sarà l’amore a salvarla, in questo caso un amore non romantico, ma un sentimento di amicizia e fratellanza nei confronti della sorella. Inoltre, anche le atmosfere cupe e malinconiche della favola danese sono rielaborate e usate solo come punto di partenza per una storia in realtà molto diversa. I temi comuni sono invece il viaggio, la ricerca e il grande affetto che è presente nel film tra le due sorelle, nel racconto tra i due amici.
Non si tratta del primo racconto di Andersen utilizzato dalla Disney per un cartone animato: uno dei più celebri è infatti La Sirenetta, uscita nel 1989 e tratta da una favola del 1836. La storia, dal finale piuttosto tragico, venne riadattata secondo gli ideali disneyani, rendendola così più adatta ad un pubblico di bambini.