Carcass: Surgical Steel – Recensione disco

Il 13 Settembre 2013, dopo ben 17 anni di attesa, è uscito Surgical Steel, il nuovo album dei Carcass.
Ciò che è chiaro fin dal primo brano, “1985”, è che i Carcass non si sono scordati di loro stessi e della loro carriera ma, anzi, se ne ricordano dal primo all’ultimo secondo. L’intro è, infatti, una citazione all’anno in cui iniziarono a suonare per la prima volta heavy metal (prima della svolta estrema).
Con un ritmo calzante e una rabbia tutt’altro che appiattita, i nuovi Carcass percorrono brano per brano i passi della loro storia: pezzi come “Thrasher’s Abattoir” e “Noncompliance to ASTM F 899-12 Standard” si rifanno alle vene puramente grindcore dei primi lavori (Reek of Putrefaction, Symphonies of Sickness), invece brani come “316L Grade Surgical Steel” e “The Master Butcher’s Apron” vogliono riprodurre il melodic death metal degli anni d’oro e dei capolavori (Heartwork).
Da molti definito come un album solo di fan service e poco sentito, Surgical Steel è in realtà un lavoro dal sapore nostalgico che riesce, mantenendosi su un buonissimo livello, a fondere le varie tradizioni di un gruppo molto eclettico.

Non ci troviamo di fronte a un capolavoro, le pecche del cd sono chiare: troppi riferimenti al passato e troppi pochi al futuro, quasi nessuna canzone definibile come punta di diamante e troppo spesso composizioni dimenticabili. Tuttavia, Surgical Steel merita assolutamente l’ascolto da parte dei fan della band e del genere.

La perla che i Carcass ci lasciano con questo disco è senza dubbi il brano finale: melodic death metal condito da riff dal sapore heavy e tradizionale, “Mount of Execution” in 8:25 minuti si evolve tra malinconia e rabbia con un’esecuzione perfetta e molta ispirazione.
Surgical Steel è senza dubbio una promozione per una delle più importanti e influenti band della scena.

Ricordo agli amanti del gruppo che si esibiranno, assieme agli Amon Amarth, il 24 Novembre 2013 a Trezzo sull’Adda(MI).