Ricorre il quarto anniversario dell’alluvione di Giampilieri. Ma il suolo siciliano è ancora a rischio

(Imbesi)
Cade oggi il quarto anniversario del disastro di Giampilieri e Scaletta Zanclea, la terribile alluvione che l’1 ottobre del 2009 devastò parte della provincia di Messina e causò 37 morti, sei dei quali non furono mai trovati. Oltre ai due paesi maggiormente colpiti, il disastro coinvolse anche le frazioni di Altolia e Molino. 
La tremenda alluvione che si abbatté sul messinese portò a galla le grandi debolezze idrogeologiche del suolo siciliano: i danni maggiori, infatti, provennero dalle imponenti frane provocate dalla pioggia (ben 220-230 millilitri d’acqua caddero su Giampilieri e dintorni in quelle ore). Non era la prima volta che Giampilieri veniva colpita da un evento del genere: nel 2007 un alluvione minore causò danni al paese senza ferire nessun abitante, ma mettendo in allarme la popolazione. Nonostante le richieste di interventi sull’area, la mancanza di fondi ed il disinteresse politico condannarono Giampilieri alla tragedia del 2009. Quindici persone tra politici e tecnici sono state rinviate a giudizio per presunte responsabilità nel disastro, ed il processo è tuttora in corso: fra questi anche l’ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca ed il sindaco di Scaletta Zanclea Mario Briguglio. 
I fondi per la ricostruzione dei paesi colpiti vennero “rateizzati” nel corso degli anni, e solo nell’agosto del 2013 lo Stato elargì l’ultima tranche da 22 milioni di euro. L’ipotesi della costruzione di una “New Town”, ventilata dall’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, non portò a nulla: al contrario, oggi Giampilieri rischia di spopolarsi, visto che molte famiglie hanno deciso di non ricostruire le proprie case e lasciare per sempre il piccolo paese jonico. 
La situazione idrogeologica messinese e siciliana resta ancora critica. I timidi interventi effettuati dal 2009 ad oggi per la messa in sicurezza dell’area sono stati insufficienti, ed il rischio di nuovi disastri è serio e concreto. La recente alluvione che ha devastato Saponara (ancora una volta nella provincia di ME) nel 2011, ne è la prova schiacciante.

Giovanni Zagarella