Il mistero di Tutankhamon: le nuove scottanti rivelazioni

Tutankhamon, noto anche come il “faraone bambino”, è da sempre il personaggio più chiacchierato dell’antico Egitto, la sua fama è dovuta essenzialmente al ritrovamento della sua tomba pressoché intatta ad opera di Howard Carter e George Herbert V conte di Carnarvon, ma soprattutto dovuta alle cause legate alla sua morte ancora oggi sconosciute.

Dal 1922 (data del ritrovamento della tomba ) ad oggi, scienziati, antropologi e archeologi sottopongono il corpo di Tutankhamon ad analisi, autopsie, TAC, radiografie, nella speranza di trovare finalmente la causa della sua morte. Le ipotesi avanzate fino ad ora sono: morte per incidente (caduta da cavallo o dal carro regale), setticemia causata dalla frattura al femore, embolia, omicidio( avvenuto con un tremendo colpo alla testa che ha provocato la frattura del cranio), avvelenamento, malaria. Si può solo immaginare la frustrazione di scienziati e antropologi davanti a tutte queste possibilità; ma iniziamo a smentirne qualcuna, ad esempio il trauma cranico, l’idea che il giovane sovrano venne ucciso nasce da un sospetto foro sulla parte posteriore del cranio. Tuttavia i risultati di una TAC del 2005 hanno provato che la causa della sua morte derivò probabilmente da un’altra ferita, causata accidentalmente (probabilmente quella al femore).

Il buco trovato nel cranio è un buco che gli imbalsamatori praticavano nella XIX dinastia quando il corpo veniva imbalsamato e mummificato ed è quindi quasi sicuramente una perforazione post-mortem. Le altre ipotesi sono state più o meno smentite tutte, ma non sto qui ad annoiarvi con formule chimiche e risultati su misurazioni di radiocarbonio, diciamo solo che a conti fatti le due ipotesi più accreditate sono quelle della setticemia dovuta alla frattura del femore e della malaria. Se posso dire la mia, in tutta onestà, scoprire la causa della sua morte farebbe svanire tutto l’alone di mistero che continua a mantenere viva la sua figura.

Ma, veniamo ora alla notizia più “scottante” nel vero senso della parola, il nostro beniamino dopo la morte, a causa di una imbalsamazione maldestra, avrebbe spontaneamente preso fuoco dentro il suo sarcofago. Autocombustione? In un sarcofago? A causa di una veloce e mal realizzata imbalsamazione? Grande trovata pubblicitaria e televisiva, dato che lo speciale intitolato “Tutankhamon: Il Mistero della Mummia Bruciata” sarà proiettato su Channel 4 il 10 novembre.
Consuelo Renzetti

Memento mori, sì, ma con stile: Paul Koudounaris e i Martiri delle catacombe

Vanitas vanitatum et omnia vanitas”, questo è l’unico commento possibile alla notizia del ritrovamento dei corpi di martiri cristiani adornati di sfarzose mise e gioielli preziosi di ogni genere. I corpi di questi ignoti martiri sono stati rinvenuti nelle catacombe romane nel 1578 e poi spediti silenziosamente nelle varie chiese d’Europa (soprattutto in Germania). Non si sa bene il fine di questo macabro rito, c’è chi sostiene che per ripagare il loro sacrificio, dopo la loro morte i martiri siano stati ricoperti di gioielli e doni, ma tutto ciò andrebbe a collidere con i fondamenti della chiesa cattolica, tanto devota alla povertà terrena quanto alla ricchezza spirituale.

Altri sostengono siano solamente degli stravaganti memento mori, ma anche qui, la tesi vacilla, in quanto i memento mori sono notoriamente dei promemoria per i fedeli, dei messaggi per ricordare loro di mantenere la retta via in attesa del giudizio divino, ma così agghindanti non potevano certo dare il buon esempio. Tutto quello che sappiamo è che le foto realizzate da Paul Koudounaris sono a dir poco spettacolari. L’intero reportage è racchiuso in un libro intitolato “Heavenly Bodies: Cult Treasures and Spectacular Saints from the Catacombs” , un vero gioiello da tenere in libreria per gli appassionati di antropologia e del macabro.

Consuelo Renzetti