L’odio verso lo straniero: Greci e Persiani

Il disprezzo del nemico, l’odio verso l’invasore, i suoi costumi, la sua gente: per la prima volta i Greci, durante la guerra persiana, si trovano a provare questi sentimenti. La parola barbari (tutti coloro che non parlano lingua greca) assume significato dispregiativo: perché? La civiltà greca si trova davanti al pericolo più grande mai affrontato. Una potenza grande e ricca come quella persiana avanza minacciosamente verso le coste dell’Anatolia, e Dario, affascinato dall’idea dell’impero universale, non ha alcun freno. In seguito alla rivolta delle città greche della Ionia e all’appoggio a queste da parte di Atene ed Eretria, scoppia la guerra persiana.
Il significato di questa guerra è importantissimo: con la formazione della lega panellenica tutte le poleis proclamano una tregua generale, riconoscendo la portata del pericolo e l’impossibilità di far fronte ad esso se non uniti. Per la prima volta le città-stato greche si comportano come una vera nazione: ognuno mette a disposizione i propri mezzi, le proprie ricchezze, e, alla fine, arriva la vittoria. Una vittoria che fa nascere l’orgoglio di essere Greci. Si diffonde quindi, soprattutto durante la guerra contro Serse, una forte ideologia antipersiana: civiltà ellenica contro barbari orientali, e più in generale, Europa contro Asia, democrazia contro teocrazia, libertà contro tirannia. 
Prima d’ora non vi era stata questa netta distinzione: tutti erano parte di un’unica grande civiltà. E non esisteva il disprezzo per i barbari o i Persiani, ora considerati persone dedite solo alle richezze, al lusso, effeminate e prive di morale. Nasce così in un primo momento la paura per lo straniero, a cui segue, inevitabilmente, l’odio. Un esempio di questo atteggiamento viene da Ippocrate di Cos, il famosissimo medico dell’omonimo Giuramento, che rifiutò di curare la pestilenza diffusa tra l’esercito nemico. 
Istane (persiano): “Artaserse, il Gran Re, ha bisogno di te, e ci ha inviati degli ufficiali con l’ordine di darti l’oro, l’argento e tutto il resto di cui hai bisogno o che desideri, in gran quantità, e di farti venire al più presto. Dice che godrai degli stessi onori dei migliori dei Persiani. Presentati dunque senza indugio.”
Risposta di Ippocrate: “Ippocrate, medico, a Istane, governatore di Alicarnasso, salve. Alla lettera che mi hai mandato, dicendo che viene dal re, ecco la mia risposta, che farai pervenire al re al più presto. Gli dirai che noi abbiamo a sufficienza provviste, vestiti, case, e tutto ciò che occorre per vivere. Dell’abbondanza dei Persiani non ci è permesso di godere, né di liberare i barbari dalle loro malattie, perché essi sono nemici dei Greci. Addio.” 
Giulia Bitto  (fonti: Chronos – tempi e spazi dell’antico)