
“La manovra non risolve nulla”. Con queste dure parole l’Unione Degli Universitari (UDU) condanna la legge di stabilità. “I 150 milioni in più di finanziamenti corrispondono a meno del 50% di quanto tagliato dall’ex ministro profumo lo scorso anno, in un periodo in cui, nonostante la crisi, tutti gli altri paesi europei investono in modo deciso sull’istruzione pubblica”. Dello stesso avviso gli studenti di Campobasso e Caserta:”Tagliare sull’istruzione pubblica significa distruggere quegli ascensori sociali che sono le università”. Che sia il fuoco di paglia di novembre, come sostengono i detrattori, o una protesta animata da veri valori, come proclamano i promotori, di certo vi è da registrare come il vento del dissenso stia soffiando sugli studenti di tutta Italia e non solo. A Bologna molti licei sono già sottoposti al regime di occupazione, in Austria, Germania e Svizzera sono annunciate manifestazioni per la settimana prossima e in Bulgaria, ormai da più di 20 giorni, gli studenti occupano le principali università del paese chiedendo le dimissioni dell’esecutivo.