Dracula vs Twilight: dal capolavoro letterario alle ragioni di un successo editoriale senza precedenti

Ho letto Dracula, celebre romanzo dello scrittore irlandese Bram Stoker, da poco più che adolescente, ma tutt’oggi, ogni volta che mi ricapita tra le mani, subisco sempre il fascino di quello che ritengo un vero e proprio capolavoro del genere gotico, uno di quei pochi libri che divengono un fatto di costume, imponendo un gusto dai contorni ben definiti ed entrando, così, a far parte dell’immaginario collettivo; Dracula non è solo il capostipite dei vampiri, la morte, il sangue e l’oscurità, Dracula rappresenta “una vera e propria dimensione”: è l’ignoto nella vita umana, la zona oscura della nostra anima, quel Male cui spesso il Bene non riesce ad opporsi.

Ed, in un’atmosfera di incantevole indeterminatezza, questo personaggio diviene protagonista di una vicenda narrata con una cura nei dettagli straordinaria, capace di ipnotizzare il lettore pagina dopo pagina, in un intrigante gioco di sfaccettature che lo coinvolgono in un mistero senza fine. Lo scrittore non solo crea un genere e un vero e proprio “mito” letterario e non solo (penso in questo momento, tra le molteplici rivisitazioni cinematografiche, a quella di enorme successo di Francis Ford Coppola), ma si rivela anche molto abile nella costruzione di un intreccio tutt’altro che prevedibile, fatto di dettagli, eventi, psicologie. 

Questo è Dracula, questo è ciò che egli rappresenta e ha rappresentato per intere generazioni di lettori e fan del genere, indignati da quello che altro non è se non l’alter ego fallito dello stesso: Edward Cullen, ovvero il vampiro protagonista della fortunatissima saga di Twilight, opera di Stephanie Meyer.

Ebbene, Edward non riesce a caratterizzarsi come vampiro né ad imporsi come personaggio, ma rimane un “tipo”, il triste stereotipo di tutto ciò che un vampiro non dovrebbe essere ed i romanzi del ciclo, puntando sulla classica storia d’amore di sapore adolescenziale, banalizzano qualsiasi altra aspirazione o pretesa. Poco o nulla rimane del celebre conte Dracula, se non un bevitore di sangue animale innamorato dell’amore, alla ricerca di un’umanità che non gli appartiene per sua stessa natura. 

Quali, allora, le ragioni di un successo editoriale senza precedenti (ricordo che si è parlato di 17 milioni di libri venduti), che forse neanche la stessa Meyer si aspettava, quali le ragioni della Twilight mania? Non si tratta, di certo, di tendenze culturali recondite né di una premeditata operazione commerciale. La verità è che le storie d’amore (che, spesso, rischiano anche di sfiorare la tragedia!) vendono, perché forse la gente ha bisogno ancora di sognare e Twilight, nonostante la sua parvenza fantasy-gotica, rimane pur sempre un romanzo d’amore.

Kristen Stewart: gettonatissima nonostante tutto, reciterà in ‘Equals’ di Drake Doremus

Inizialmente questo doveva essere un serissimo articolo su un film polacco del dopoguerra. Muto, senza nemmeno i sottotitoli e con un unico brano come colonna sonora. Dopo averlo iniziato annoiando perfino me stessa, bivaccando in quel magnifico luogo che è Ansa Cinema i miei occhi si sono posati su qualcosa di atroce che mi ha ghiacciato il sangue nelle vene come nemmeno la visione di “It” in tenera età ha saputo fare: Kristen Stewart, la forever Bella di Twilight, reciterà nel nuovo film di Drake Doremous intitolato “Equals”.

Ok, siete scioccati? No? Ah giusto, il nome Doremous a molti non dice subito qualcosa. Drake Doremous è un c**z* di genio. Inizia a dirigere film a dodici anni, è il più giovane ammesso all’American Film Institute e con il suo secondo film “Douchebag” è entrato nella selezione del Sundance Film Festival.

A questo punto non posso non citare i miei film preferiti del caro “vecchio” Drake: “Like Crazy” e “Breathe in”. Dopo questa piccola parentesi vorrei tornare alla notizia bomba: Kristen Stewart in barba alla sua totale mancanza di talento, nonostante le orecchie a sventola, l’espressione catatonica e quella smorfia perdi-mandibola che fa per esprimere dolore è stata scritturata, ancora una volta, da un grande regista. Ma come fa? Ma perché? Se Sean Penn ha usato magistralmente la sua natura mortifera e mono-espressiva per Tracy (la cantante adolescente nel film “Into the wild”), saggiamente centellinando la sua presenza nella scena, mi chiedo che ruolo abbia in mente per lei il giovane Drake. 
Ho capito che il mercato è in crisi e ci vogliano grandi nomi, ma cerchiamo di non deragliare, ecco. Ho delle proposte sostitutive: Ellen Page, Elle Fanning o Mia Wasikovska. Tutte giovani attrici dal fascino un po’ educato e un po’ decadente, ma soprattutto piene di talento. Vi consiglio di guardare i film di Drake Doremous, prima che venga a mancare. Il suo gusto nel casting.